Il futuro dell’energia è nel digitale e nella sostenibilità

GdM di Sergio Marco Previati

– Energia 4.0 – Digitale e sostenibilità. Sono queste le parole d’ordine della nuova energia. Le tecnologie digitali applicate alla produzione di energia da fonti rinnovabili ma anche alla riduzione dei consumi energetici nelle fabbriche, costituiscono la maggiore garanzia di successo per il Recovery Plan europeo entrato prepotentemente nei discorsi e nei programmi degli imprenditori pugliesi. Oggi tutti sanno cosa si intende per transizione digitale e transizione ecologica.
In questo momento le imprese iniziano a porsi seriamente l’obiettivo del miglioramento della sostenibilità energetica della produzione, sia riducendo il fabbisogno di energia da fonti fossili, sia sostituendo macchinari obsoleti con nuovi ad alta efficienza, controllati da tecnologie digitali e facenti parte di una rete (internet of things) che ne consente l’ottimizzazione delle prestazioni e la fornitura di una serie numerosissima di dati (big data) indispensabili per una gestione digitale dell’impresa.
La produzione di energia da fotovoltaico sta ormai diventando una regola in tutte le aziende che guardano all’indipendenza energetica; gli impianti sono sempre più digitali con sistemi di monitoraggio e accumulo che consentono l’ottimizzazione delle prestazioni in ogni momento della loro vita.
Ma anche dove non è ancora possibile passare alla produzione propria o attivare investimenti innovativi, efficaci sistemi di monitoraggio digitali dei consumi energetici consentono alla fabbrica di raccogliere le informazioni necessarie ad una drastica riduzione degli stessi.
Gli stessi sistemi di monitoraggio che possono finalmente segnare il passaggio dalla fabbrica tradizionale a quella digitale, controllata in tempo reale da una sensoristica applicata a tutti i soggetti fisici coinvolti nella produzione e gestita da efficienti sistemi in cloud.
Ma quale è la situazione generale dell’Italia in campo energetico? Il paese continuerà a produrre emettendo CO2 o riuscirà a raggiungere gli obiettivi climatici fissati dall’Unione Europea? Basterà il forte incremento del fotovoltaico e dell’eolico per portare il paese ai livelli di rinnovabili richiesti? O è necessario iniziare a pensare in grande su argomenti come la produzione di biocarburanti e di idrogeno? Gli impianti che producono biometano da frazione organica dei rifiuti urbani o da matrici agricole aumentano in Italia con il ritmo di 20 all’anno, mettendo sul mercato poco più di 80 milioni di metri cubi di gas, una goccia nell’oceano dei fabbisogni. Eppure la remuneratività di un investimento nel biometano non ha paragoni in campo industriale e i fondi di investimento stanno sul pezzo, mettendo a disposizione degli imprenditori ingenti capitali per la realizzazione degli impianti. Quale è allora l’anello mancante della catena? Non certo le biomasse disponibili, che consentirebbero una produzione cento volte superiore di quella installata. Forse l’incertezza del regime di incentivazione, in bilico tra certificati di immissione al consumo e tariffa omnicomprensiva. La risposta è sui tavoli della commissione europea.
Biometano e idrogeno vanno a braccetto. Tuttavia questa nuova fonte di energia è ancora sperimentale, gli investimenti industriali scarsi e i costi ancora molto alti. E soprattutto non vi è un regime di incentivazione attivo.
Il passaggio dalle fonti di energia attuali a quelle sostenibili è ancora lungo, ma la strada è a senso unico ed è vietata l’inversione di marcia.
Mendelsohn lavora sulle tematiche relative all’energia ormai da diversi anni, si occupa in particolare di energia dal sole e di biometano, progettando e realizzando impianti fotovoltaici di nuova generazione, curando ogni forma di aiuto di stato per gli investimenti nel biometano e svolgendo attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nel campo dell’idrogeno con il suo Centro Studi Idrogeno di Bari. Le competenze multidisciplinari presenti nell’Agenzia di sviluppo consentono a tutti gli attori della filiera energetica di avere oggi un interlocutore di alto profilo e pronto alle nuove sfide.

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